5 suggerimenti per usare ChatGPT nel settore HR
Chi per curiosità, chi perché si è reso conto della portata del cambiamento in atto, stiamo un po’ tutti smanettando a diversi livelli di consapevolezza con l’intelligenza artificiale di ChatGPT, che come poteva essere prevedibile è stata già nello scorso mese insignita del titolo di applicazione con la più rapida crescita nella storia di internet, forte di oltre 100 milioni di utenti attivi dopo soli due mesi dal lancio. Numeri che fanno impallidire quelli di giganti come Tik Tok o Instagram, tanto per fare due nomi molto conosciuti.
Che cos’è ChatGPT
Per quanti fossero meno informati su ChatGPT, stiamo parlando di un prototipo di intelligenza artificiale realizzato da OpenAI in grado di comprendere il linguaggio umano e di creare rapidamente e con grande facilità contenuti di qualsiasi tipo, dagli articoli alle poesie, e di intrattenere conversazioni un po’ su qualsiasi tipo di argomento. Compresi ovviamente quelli relativi al mondo HR, che proprio come tanti altri settori potrebbe veder modificare molto rapidamente le proprie abitudini e i propri equilibri grazie alla spinta di questo strumento.
Un fatto ben compreso anche dalla piattaforma LinkedIn, che resasi conto di come il 75% di coloro che assumono siano convinti che una “spintarella” da parte dell’intelligenza artificiale potrebbe liberare tempo per dedicarsi ad attività a più alto valore strategico, e di come due su tre di loro abbiano piena fiducia nel fatto che la stessa possa aiutarli nella scoperta di nuovi candidati, sta testando il modo di integrarla nella fase di redazione delle offerte di lavoro. Tutto ciò che colui che cerca personale dovrà fare è limitarsi a inserire le informazioni iniziali, come il titolo del lavoro, il nome dell’azienda, il tipo di lavoro e la posizione, e verrà creata in autonomia una bozza completa di descrizione che andrà solo rivista e modificata. Per ora in fase di test, non c’è dubbio che presto sarà un’opzione disponibile per tutti i paesi.
Abbiamo volutamente utilizzato il termine “bozza”, proprio per indicare come il risultato vada rivisto e non sia al 100% pronto all’uso. Se è vero, infatti, che è possibile appaltare a strumenti come ChatGPT la gran parte del lavoro materiale, con innegabili vantaggi dal punto di vista del risparmio di tempo e della conseguente produttività, è altrettanto vero che almeno per il momento i risultati sono tendenzialmente tutt’altro che perfetti, e necessitano di una revisione consapevole da parte dell’utente umano.
Indubbiamente, dunque, si sta rivelando un alleato prezioso, che non può prescindere però dall’apporto dell’esperienza, del tocco di umanità, della consapevolezza del professionista che ne faccia uso, in qualsiasi campo. Questo è sicuramente uno dei lati da sottolineare, anche per non cadere nelle paure (al momento abbastanza immotivate) di quanti siano convinti che saremo tutti in breve tempo lavorativamente rimpiazzati da un’intelligenza artificiale.
ChatGPT nel settore HR
Quello che sicuramente accadrà in breve tempo – e in qualche caso è già realtà – è il fatto di usare ChatGPT e l’intelligenza artificiale nel lavoro di tutti i giorni. Vediamo allora concretamente 5 suggerimenti per usare ChatGPT nel settore HR:
- Processo di reclutamento. Usare ChatGPT in questa fase significa poter generare le giuste domande per qualsiasi tipo di ruolo si debba andare a ricoprire (sulla linea di quanto già detto a proposito di LinkedIn) e insieme avere accesso a tutte le informazioni relative ai livelli di stipendio e ai benefit offerti per lo stesso ruolo da altre aziende del territorio. Si tratta di uno strumento particolarmente utile per le competenze di tipo tecnico – questo è bene specificarlo – che necessita quindi dell’apporto umano per tutte le altre fasi del reclutamento. Quando cioè entrano in gioco le cosiddette soft skills.
- Inserimento dei neoassunti. I professionisti HR hanno la possibilità di impostare ChatGPT per fornire supporto in tempo reale ai nuovi assunti, rispondendo a domande su politiche, procedure e benefit aziendali, oltre a offrire loro indicazioni su tutto ciò che riguarda eventuali adempimenti amministrativi.
- Amministrazione. Lo strumento di intelligenza artificiale si rivela utile per redarre, almeno in bozza, ogni tipo di documento (dai manuali ai promemoria delle politiche e oltre), nonché per inviare risposte automatiche via e-mail. Può aiutare il professionista HR nella creazione e invio di annunci e promemoria ai dipendenti su eventi o programmi di formazione.
- Creazione di questionari. Misurare il coinvolgimento dei dipendenti o raccogliere informazioni circa le preferenze riguardo al luogo di svolgimento del lavoro o agli orari di lavoro (tanto per fare un paio di esempi) possono essere compiti molto facilitati con l’adozione dell’intelligenza artificiale nella fase di preparazione dei questionari.
- Valutazione delle prestazioni. Raccogliere dati è vitale per conoscere le aree nelle quali intervenire in maniera prioritaria. In questo caso particolare ChatGPT può essere utile a livello strategico, nell’impostazione delle migliori modalità per condurre le indagini relative alle performance, ma anche per interagire con i dipendenti stessi, al fine di rendere chiari i meccanismi alla base delle varie raccolte dati.
Per quanto tutto ciò possa disorientare o addirittura spaventare coloro che meno sono pronti ad accogliere l’intelligenza artificiale nel lavoro di tutti i giorni, quello che appare chiaro è che il lavoro del professionista HR non sarà rimpiazzato da quello di una macchina, ma grazie ad essa potrà senza dubbio alcuno risultare più efficace ed efficiente. Se esiste una soft skill che non può proprio mancare al moderno professionista HR è proprio quella di non potersi permettere di aver paura della novità.
Anche questa è formazione continua.