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Re-immaginare il ruolo del professionista HR

21 Novembre 2023
Re-immaginare il ruolo del professionista HR

Come raggiungere alti livelli di performance anche in periodi di incertezza e forte cambiamento?
Nel corso degli ultimi, diciamo così “tumultuosi”, tre anni, le organizzazioni si sono trovate costrette a mettere in campo una notevole dose di innovazione e di sperimentazione. I professionisti delle Risorse Umane più illuminati non hanno rifiutato, anzi hanno favorito la trasformazione dei modelli di lavoro, prendendosi carico del benessere dei dipendenti in una maniera nuova e per certi versi inaspettata. Con l’obiettivo di trarre il meglio, a livello di potenziale della forza lavoro, anche da momenti non certo facili.

In qualche modo, nel corso di questi anni il ruolo del professionista HR ha finito per assumere ancora più importanza, e risultare ancora più influente nelle dinamiche organizzative aziendali. Pensando al prossimo futuro, come re-immaginare la figura di questo professionista? Nel corso della recente Gartner ReimagineHR Conference 2023, alla quale hanno preso parte circa 5,600 HR leader provenienti da tutte le parti del mondo, è emerso con forza come:

  • per l’83% dei professionisti delle Risorse Umane le aspettative rispetto al loro contributo in azienda siano più alte rispetto al confronto con tre anni fa;
  • per il 70% si siano create più opportunità per avere un impatto determinante nei meccanismi organizzativi;
  • per il 74% ci sia la consapevolezza del fatto che le organizzazioni facciano più affidamento sul loro contributo;
  • per il 58% sia aumentata la capacità di poter determinare le priorità a livello organizzativo.

Superata la fase delle scelte determinate dall’emergenza, la domanda alla quale dunque trovare una risposta, nella prospettiva della continua ridefinizione e dell’ammodernamento del ruolo del professionista HR appare essere: “È forse sconsiderato continuare ad essere audaci, a sfidare le convenzioni e gli equilibri costituiti anche quando le forze esterne non costringano più a farlo”?

il ruolo del professionista HR

Ebbene, la risposta non sembra essere così difficile, tenendo ad esempio presente come i dipendenti delle aziende che più hanno dimostrato audacia dal punto di vista organizzativo – che hanno cioè tenuto nella giusta considerazione tutti gli elementi di quel campo largo che va dalla necessaria produttività aziendale fino al benessere personale del lavoratore – siano stati valutati come “top performers” in una misura sei volte maggiore rispetto agli altri.

A ciò va aggiunto come le organizzazioni che mettono al primo posto la stabilità personale e professionale della loro forza lavoro stiano osservando un aumento del 59% rispetto al coinvolgimento sul lavoro, e come le organizzazioni che dimostrano proattivamente fiducia nelle capacità e nella responsabilità del personale vedano aumentare del 39% gli sforzi e possano contare su una probabilità 4,1 volte maggiore di cercare costantemente maniere per migliorare il lavoro. Elementi che fanno la differenza nell’aumento dei livelli di performance e di produttività aziendale, oltre che sul fronte del benessere lavorativo.

Alcuni dei punti chiave intorno ai quali si sta costruendo, e ancor più si costruirà, la figura del professionista HR del prossimo futuro sono certamente:

  • un forte investimento (anche personale) in innovazione, e nella rimozione di tutti gli ostacoli che la stessa possa andare ad incontrare in azienda;
  • la promozione di una strategia di recruiting basata innanzitutto sul talento e sulle capacità dei lavoratori interni, elemento capace di favorire il trattenimento dei talenti aziendali e insieme di ridurre i costi (non solo economici) legati alla ricerca di personale dall’esterno;
  • la scelta di puntare su sistemi organizzativi quanto più possibile agili, sulla promozione in azienda di una cultura basata sull’imparare dai propri errori, sulla ricerca della migliore soluzione attraverso l’esplorazione delle molteplici possibilità e sulla ricerca del continuo miglioramento.

L’elefante nella stanza, o se vogliamo nell’ufficio del personale, è rappresentato dall’intelligenza artificiale. 3 leader HR su 4 riconoscono ormai come il successo della propria azienda sarà messo a rischio qualora si ritardasse a puntasse con decisione, entro i prossimi 12/24 mesi al massimo, sull’implementazione di sistemi organizzativi che prevedano l’apporto di questa nuova tecnologia. Stabilirne con cura il potenziale e determinarne l’apporto per tutto ciò che concerne la gestione delle Risorse Umane saranno aspetti fondamentali, così come essere capaci di valutarne gli elementi di successo, nell’ottica di farne strategie consolidate.
Un’opportunità che aziende e professionisti HR non possono lasciarsi sfuggire.

Crediti immagini:
Immagine di Freepik
Immagine di diana.grytsku su Freepik

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