Formazione e sviluppo per la cura e gestione del talento aziendale
Siamo di fronte a un momento di svolta per ciò che riguarda il mondo del lavoro. Si fa strada quella che può delinearsi come una vera e propria rivoluzione, che si basa su tre filoni principali in grande ascesa: l’ingresso in campo dell’intelligenza artificiale generativa, il passaggio da un approccio al talento basato sui titoli ad uno che invece privilegia le competenze – quelle tecniche come quelle soft – ed una modificata attenzione alla cura e gestione del talento stesso, fondata su un approccio olistico che prende il via dall’acquisizione e va fino allo sviluppo di nuove competenze e delle prospettive di carriera all’interno dell’azienda.
Come passare dalla presa di coscienza di questo cambiamento epocale alla fase di pianificazione di strategie aziendali che sappiano tenere nella giusta considerazione gli aspetti che abbiamo appena citato?
Innanzitutto, non sottovalutando i dati provenienti dalle ricerche disponibili su questi argomenti, che per esempio mettono in luce (Workplace Learning Report 2024) come l’80% dei dipendenti in questa fase storica sia desideroso di acquisire nuove competenze legate all’uso dell’intelligenza artificiale in relazione al proprio lavoro a fronte di un 38% di dirigenti (e il dato si riferisce agli Stati Uniti, quindi è plausibile che dalle nostre parti la percentuale sia ancora più bassa) che si sta effettivamente muovendo in quella direzione, fornendo la formazione necessaria allo sviluppo di dette competenze.
Dai dati del rapporto citato emerge come, a livello strategico, il punto fondamentale sia quello di allineare la formazione e lo sviluppo del personale a quelli che sono gli obiettivi di business dell’azienda. Le aree principali dove concentrare gli sforzi appaiono essere l’upskilling, ovvero il migliorare, sviluppare e riqualificare le competenze del lavoratore, la creazione di una cultura dell’apprendimento continuo in azienda, dove esso venga valorizzato e riconosciuto, e il supporto nello sviluppo della carriera dei dipendenti. Quest’ultimo aspetto, del quale abbiamo recentemente parlato, sembra assumere un’importanza crescente per ciò che riguarda la forza lavoro, tanto che in soli dodici mesi è passato dal nono al quarto posto nelle priorità delineate dai dipendenti stessi.
Investire nello sviluppo della carriera produce infatti un doppio effetto virtuoso: che i dipendenti apprendano competenze nuove da un lato, e che rinnovino l’entusiasmo nei confronti della loro occupazione dall’altro. Si instaura quello che il rapporto definisce giustamente un “circolo virtuoso”: la crescita dei dipendenti stimola la crescita dell’azienda, che stimola il coinvolgimento, la fidelizzazione e l’ulteriore crescita dei dipendenti. Qualcuno userebbe l’espressione “Win-Win”.
Per farla breve, le organizzazioni che decidono di investire in formazione raccoglieranno il frutto di avere persone maggiormente coinvolte nel successo della propria organizzazione. Sette dipendenti su dieci confermano come l’apprendimento aumenti il senso di connessione con la propria azienda, e ben otto su dieci affermano che ciò aggiunga un senso al proprio lavoro.
Al di là dell’incertezza rappresentata dallo sviluppo nel prossimo futuro dell’intelligenza artificiale, che certamente scoprirà nuove e inaspettate carte nei mesi a venire, gli investimenti delle aziende dovrebbero concentrarsi in una cura e gestione del talento basata sull’apprendimento continuo, in un contesto di lavoro agile, orientato al risultato, e in una leadership dallo sguardo ampio, capace di evitare la microgestione e di abbracciare invece un approccio olistico alle sfide e alle opportunità offerte da un momento storico così dinamico. La tua azienda è pronta a questo cambiamento?
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